Ha pochi giorni, appena quattro, ma “la serra comunitaria” di via Ettore Ponti a Milano è già una piccola incubatrice di civiltà. Perché protetti dal vetro, tra i condomini del “Villaggio Barona”, dal 4 febbraio non trovano spazio per crescere solo i germogli e le piantine di pomodoro, lattuga e coste in attesa di essere trapiantati in qualche orto cittadino, ma anche i due detenuti agli arresti domiciliari che di loro si prendono cura. Imparando un mestiere, quello dell’orticoltore, che richiede familiarità con la terra, il ciclo delle stagioni e con le persone.
La “nursery delle piante”, come la chiamano familiarmente i suoi promotori, è infatti aperta agli abitanti del quartiere e ai milanesi due giorni a settimana, il lunedì dalle 10 alle 12 e il giovedì dalle 14 alle 16,30. “Saranno i detenuti ad accogliere quanti verranno a trovarci per prenotare le loro piantine e aiutarci a farle crescere -spiega Davide Ciccarese, l’agronomo di Nostrale, la realtà capofila del progetto “Effetto serra”, realizzato con la collaborazione dell’impresa sociale La Cordata, Opera in fiore, attivo nel casa di reclusione milanese, il Comitato del quartiere Ponti, la compagnia teatrale Alma Rosè e l’associazione sviluppo e terrritorio Aps e con il finanziamento del progetto Punto e Linea, sostenuto da Fondazione Cariplo.
“I prossimi sei mesi saranno intensi -prosegue Ciccarese-, in particolare per i due giovani detenuti che formeremo per affrontare il mondo del lavoro, insegnando loro a seminare, seguire le piante e le varie operazione che la loro cura richiede”. Un appendistato che li vedrà dunque attivi sia nella serra che, in primavera, nell’orto comunitario del Villaggio Barona, già popolato da dieci ortisti del quartiere che si danno il cambio tra vanga e concime -ovviamente tutto naturale- nei suoi trenta metri quadrati e che due domeniche al mese, a partire dalle 16, organizzano l’“Ortofficina Cordata”per “chiamare alle zappe piccoli e grandi contadini urbani” (prossimo appuntamento il 17 febbraio). “Chiunque è benvenuto ai nostri laboratori -conclude l’agronomo-, ma non deve aspettarsi delle vere e proprie lezioni, i trucchi qui si imparando mettendo le mani nella terra, uno accanto all’altro”. Come questi primi 240 vasetti, ben allineati nei loro 2 metri quadri che attendono l’arrivo della rucola selvatica e del tagete, segnato nel calendario della serra per lunedì.
Per informazioni: www.nostrale.it.